FINALE LIGURE 2004
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Finale Ligure 2005
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Le vie di comunicazione

Finale Ligure, situato in passato in posizione strategica per raggiungere le Gallie e la Pianura Padana, ha sempre avuto una grande importanza nell'intreccio delle vie di comunicazione.
La strada più antica ancora visibile  del Finalese è sicuramente la Via Julia-Augusta, anche se probabilmente ancora prima esistevano strade celtiche (probabilmente la via napoleonica  sul Promontorio Caprazoppa era stata costruita sulla traccia di una di queste): costruita nel I secolo a.C., univa la Liguria alle Gallie. Proveniendo dalla zona di Vado Ligure, percorreva tutta la Val Ponci, dalla quale risaliva verso la collina di San Bernardino; nel II secolo d.C. venne dotata - in questo tratto - di  cinque splendidi ponti, raro esempio in Liguria di edilizia pubblica, di cui il primo ancora ottimamente conservato ed in funzione in quanto utilizzato dalla gente del luogo: i resti degli altri quattro ponti (discreto lo stato di conservazione del terzo e del quarto) sono comunque visibili in una lunga passeggiata, abbastanza agevole in quanto non troppo inerpicata e gradevole anche in pieno agosto in quanto quasi tutta all'ombra, che percorre la valle dalla frazione di Verzi sino alla Colla di Magnone. Lungo il tragitto si possono vedere le Cave Romane, da cui fu tratta la pietra per la costruzione della strada e dei ponti stessi.
Nel 1605 le strade del Finalese si trovavano in condizione di sostanziale impraticabilità: con una delibera del 17 Aprile venne deliberato che tutte le comunità dovessero concorrere alla manutenzione delle principali arterie e tutte le vie di comunicazione vennero riattate.
Nel 1666 venne costruita la "Strada della Regina" (o Berretta, dal nome del Generale spagnolo che la progettò): il nome è derivato da Margherita di Spagna, che la percorse per raggiungere il suo promesso sposo, l'Imperatore Leopoldo d'Austria. Passando per Finale Ligure collegava la Liguria al Piemonte, alla Lombardia ed ai domini spagnoli della valle del Po; veniva utilizzata per trasportare nelle ferriere padane il minerale grezzo che proveniva dall'Isola d'Elba e veniva  scaricato nel porto di Finale. Un tratto significativo è quello che collega Finalborgo a Castel Gavone passando per la Porta Mezzaluna e Castel San Giovanni.
La Strada Napoleonica (nella "zona delle trincee" esisteva un accampamento francese) risaliva a stretti tornanti il Promontorio Caprazoppa e probabilmente seguiva il percorso dell'antica Via Herculea dei Liguri Sabazi. Purtroppo la parte superiore della strada è stata distrutta dai lavori di estrazione e di consolidamento della cava attigua. Ancora nel 1814 fu percorsa da Pio VII proveniente da Fontainebleau e nel 1836 (mentre stava per essere ultimata l'apertura della prima galleria a mare) dal re Carlo Alberto che transitava da Finale per recarsi a Nizza.

Finale - Calice - Rialto = il tratto Calice- Finale venne iniziato il 1° Settembre 1864 e terminato nel 1866, in primavera. L'asta per l'appalto dei lavori fu tenuta a Finalborgo: andò deserta per 59.000 franchi e per 64.000 franchi rimase all'Ing. Finocchio. Il tratto Calice - Rialto fu appannaggio dell'Ing. Giacomo Amico nel febbraio del 1885 per franchi 116.200 e fu ultimato nel febbraio 1887.
 
Calice - Cà del Moro = con uno sviluppo di oltre tre chilometri, venne costruita dopo la Prima Guerra Mondiale a spese dell'Ing. Antonio Massa, uomo dinamico, rispettoso, semplice ed altruista. L'aspra conformazione del suolo richiese palificazioni e muri di sostegno di una certa consistenza: il lavoro venne interamente eseguito senza alcuno strumento meccanizzato e durò parecchi anni.

Calice - Carbuta Pian dei Corsi - Melogno = il primo chilometro venne costruito grazie al Dott. Emo Trinchieri: iniziato nel 1931, terminò nel 1935 in quanto il Comune non aveva i mezzi per intervenire e gli abitanti della zona prestavano la propria opera gratuitamente quando non impegnati nelle proprie occupazioni. I 3 chilometri che ancora rimanevano per Carbuta vennero realizzati nel 1942 dai soldati della Divisione Legnano valorizzando non poco la borgata. Il resto fu opera - alcuni anni dopo la fine della Seconda Guella Mondiale, del Corpo Forestale dello Stato.
 



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