Il Finalese ha visto
insediamenti umani sin dal Paleolitico Inferiore: l'Homo Erectus
si aggirava tra i boschi e la macchia mediterranea, abitava
nelle numerose grotte e caverne e costruiva i primi attrezzi
(pietre scheggiate per renderne taglienti i bordi). Anche se non
si hanno prove incontrovertibili sulla loro datazione, nel Finalese
esistono sia semplici graffiature sulle pareti (Arma della Moretta)
che vere e proprie incisioni rupestri (Ciappo dei Ceci, Ciappo delle
Conche, Ciappo del sale) riconducibili ad epoche lontanissime nel
tempo. Per quanto concerne i documenti datati, l'era romana
ci ha restituito due significative testimonianze:
1) l'Epigrafe di Lucius, un tegolone graffito rinvenuto a Perti
Alta e datato 362 d.C., dedicato
alla memoria di un bambino di nove anni; 2) una lapide per la tomba di un bambino di due anni
datata 517 d.C. e rinvenuta nella chiesa paleocristiana esistente sotto l'attuale chiesa dei
Cappuccini in Via Brunenghi.
Passando all'epoca medioevale,
troviamo alcuni significativi documenti ufficiali:
- la citazione del "Castrum Perticae" nell'atto con cui Federico Barbarossa investiva della Marca di
Savona Enrico il Guercio del Carretto (anno 1162); - Bonifacio VIII
nominava Delegato Papale ' l'Arciprete di Finale (anno 1301); - un argomento attuale: l'Imperatore Rodolfo ordinava al Commissario Cesareo Ruggero Buongiovanni di non gravare di nuovi balzelli i Finalesi
(anno 1585); - il 5 maggio 1602 fu rogato il possesso del Marchesato: la solenne affermazione di sudditanza ebbe luogo tre giorni dopo nella Chiesa di San Biagio del Borgo.
Quanto sopra rappresenta solo una piccola parte della vasta documentazione ufficiale, per la maggior parte
affidata agli ecclesiastici, esistente negli archivi.
Nelle pagine che seguono troverete
un rapido esame di quattro argomenti cui ho voluto dedicare pił
spazio in quanto particolarmente rappresentativi della vita del
Finalese: per accedervi click sulle sottostanti tabelle. |