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La mappa della sezione Marchesato

Verso il II millennio

Cronologia

 Origini della dinastia
1162/12311231/1313
1313/13921392/1450
1450/15351535/1598

Genealogia

Appendice
Castel Gavone
Le originiPrima distruzione
La fineOggi (2005)Santa Caterina
La costruzioneEventi successivi
Conclusioni

Bibliografia

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1450/1535 -  La rinascita
Il successore di Galeotto I fu Giovanni I Del Carretto, che - insieme al fratello - aveva segretamente appoggiato il Capitano visconteo Nicolò Piccinino. Deceduto Galeotto, tornò in Italia ove, con l'aiuto militare del Marchese del Monferrato e del Re di Francia Carlo VII, il 20 dicembre 1450 riconquistò il marchesato in un solo giorno. Giovanni fu ottimo condottiero, eccellente diplomatico e abile e freddo calcolatore. Iniziò immediatamente a riparare i danni arrecat dalla guerra: fece riedificare le mura di Finalborgo, che munì di nuovi palazzi, e Castel Gavone, che riportò all'antico prestigio. Già dopo soli due anni il feudo era caratterizzato da una notevole rinascita commerciale ed urbana. Politicamente riallacciò stretti rapporti con Milano. Nel 1458 scoppiarono insurrezioni interne a Genova, allora in mano alla Francia: Giovanni ne approfittò subito per impadronirsi dell'interno di tutta la Riviera di Ponente. Tornata la pace nel 1459 gli furono riconosciuti quasi tutti i territori conquistati, compresa la fortezza di Castelfranco: dovette tuttavia restituire a Genova le fortificazioni di Pieve di Teco.Il Banco San Giorgio di Genova gli condonò le tasse sul sale che non pagava da tre anni. Giovanni rinunciò al titolo ormai anacronistico di "Marchese di Savona e Signore di Finale" per assumere quello più realistico di "Marchese del Finale". Deve essere sottolineato che in quegli anni il Marchesato era l'unico stato indipendente della Liguria Marittima: per 22 anni aveva combattuto contro Genova per rimanere autonomo ed era riuscito a conservare la libertà, mentre la Superba era caduta in mano agli stranieri e nel 1463 Luigi XI Re di Francia la cedeva a Milano! Per Finale iniziava un lungo periodo pacifico. Giovanni morì nel 1468 lasciando undici figli.
Il suo successore fu il figlio primogenito Biagio (detto Galeotto II) Del Carretto, di cui ben poco si conosce in quanto morì in giovane età, lasciando la moglie ed una figlia. Di lui si ricorda che fu promotore della fondazione del Monastero Olivetano di Finalpia (1476) presso l'antico santuario omonimo.
Al governo del Marchesato salì Alfonso I Del Carretto, fratello di Biagio Galeotto. I rapporti con Milano non furono buoni come in passato dopo la riconquista di Genova da parte di Prospero Adorno 1478), in occasione della quale sostenne Roberto Sanseverino nella nomina a Capitano Generale della Repubblica. Preferì rimanere neutrale anche nel successivo assedio di Savona. Quando Gian Galeazzo Sforza riprese Genova (1488) Alfonso riallacciò le relazioni con Milano. Nel 1496 l'Imperatore lo nominò Vicario di tutti i fondi carretteschi, concedendogli la possibilità di battere moneta. Nominato Capitano dell'esercito genovese (1501) alla testa del quale combattè in Corsica. Durante la sua lontananza da Finale il Fratello Carlo Domenico tentò un colpo di stato: ottenuti 400 uomini da Genova, tornò a Finale e ristabilì il suo predominio, durante il quale il Marchesato conobbe lo splendore dell'arte rinascimentale ancora visibile nelle chiese e nei monasteri del periodo. Morì nel 1523
Il figlio Giovanni II Del Carretto governò per pochissimi anni, che furono comunque contraddistinti dalla massima espansione del Marchesato. Ben considerato dall'Imperatore Carlo V, con cui fu legato da rapporti di amicizia, nel 1529 ricevette un diploma di investitura molto ampio: i confini del feudo arrivavano sino ad Andora e comprendevano i Marchesati di Ceva ed Asti, nonchè i Contadi di Casteggio e Pavia. Fu presente all'incoronazione di Carlo V a Bologna (24 febbraio 1530) da parte di Clemente VII: l'Imperatore passo da Finale nel dicembre 1529. Nel 1535 seguì Carlo V a Tunisi, ove, combattendo contro i turchi, fu gravemente ferito e, trasportato in Sicilia, morì dopo sei giorni di agonia.     


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1535/1598 - L'epilogo
A Giovanni II seguì il figlio Alfonso II Del Carretto. Morto il padre quando aveva solo dieci anni, la reggenza  venne assunta dallo zio Marco Antonio Del Carretto. Nel 1546 raggiunse la maggiore età ed assunse i pieni poteri. Con lui iniziò la decadenza del Marchesato. Le sue decisioni arbitrarie tiranniche provocarono violente sommosse: la scintilla iniziale partì da Calice Ligure ove un popolano, Antonio Capellino, guidò il popolo contro il Marchese, che, temendo il peggio, si richiuse in Castel Gavone. Gli insorti portarono davanti al Senato di Genova ben 66 capi d'accusa, fra cui rapine, stupri, stragi oltre ad altri altrettanto gravi. Alfonso non accettò l'arbitrato di Genova, che, temendo un intervento francese, occupò militarmente il Finalese. Anche la Spagna venne chiamata per tentare una mediazione: rifiutando tutti i tentativi di componimento, il  Marchese si rifugiò a Vienna, ove richiese l'intervento dell'Imperatore Ferdinando. Il caso venne affidato per l'esame ai consiglieri di quest'ultimo, orientati a favore di Alfonso e nel marzo del 1569 Alfonso venne reintegrato. Nel frattempo il Finalese era tranquillo: il governo del territorio era stato assunto dalla Municipalità, che aveva abolito i balzelli e le leggi emanate dal Marchese. Alfonso il cugino Alberto Del Carretto di Gorzegno alla riconquista del feudo: a capo di 2.000 soldati Alberto occupò Finale: pretese dai Finalesi il giuramento di fedeltà che ottenne promettendo giustizia ed immunità ai fuorusciti. Tuttavia Alberto non mantenne le promesse: pose a carico della popolazione le spese militari, fece imprigionare i ribelli, esiliò la Municipalità, impose nuove tasse e confiscò beni appartenenti a privati. Scoppiò una nuova ribellione e Alberto fu costretto a chiudersi in Castel Gavone, assediato dalla popolazione. Spinto dai fatti, Alfonso iniziò trattative segrete con la Francia. Il fatto trapelò e il Governatore spagnolo di Milano inviò a Finale 6.000 uomini che presero Castel Gavone (1571). Solo nel 1582 Alfonso II viene reintegrato nel feudo da una Dieta di principi tedeschi: non riuscì a tornare a Finale perchè morì a Vienna nel 1583.
Per l'assenza di figli la successione nel titolo toccò al fratello Alessandro Del Carretto, in precedenza Abate di Conchas e di Bounecombe in Francia. Nel 1584 abbandonò la carriera ecclesiastica e chiese all'Imperatore l'investitura del Marchesato. Il riconoscimento non arrivò, nonostante la promessa di lasciare il Marchesato in eredità all'Imperatore. Non venne mai a Finale: morì a Carcare, ove risiedeva, nel1596.
Gli succedette il fratello Sforza Andrea Del Carretto, che viveva a Vienna alla corte dell'Imperatore Rodolfo II. Anche lui richiese l'investitura, mai concessa con un pretesto (alla sua morte il Marchesato sarebbe comunque toccato all'Impero per mancanza di discendenza maschile). In segreto Andrea Sforza trattò la vendita del Marchesato alla Spagna (i cui soldati erano ancora a Finale) che da anni cercava uno sbocco sul Mediterraneo per i suoi territori del Milanese e della pianura lombarda. Stanco e malato, il 16 maggio 1598 Sforza Andrea, alla presenza del Governatore di Milano, perfezionò la vendita del Marchesato al Re di Spagna Filippo II per una rendita perpetua di 24.000 ducati l'anno e nominò suo erede universale Giò Andrea Doria, che alla sua morte (1602), gli fece erigere nella Chiesa di Santa Caterina di Finalborgo uno splendido monumento funebre: il mausoleo si può ora ammirare nella chiesa di San Biagio, ove venne trasferito successivamente. Dopo quasi mezzo millennio, cessava il dominio dei Del Carretto sul Finalese: sul piano pratico, già da alcuni anni era iniziata la dominazione spagnola.

   

 

    


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005