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La mappa della sezione Marchesato

Verso il II millennio

Cronologia

 Origini della dinastia
1162/12311231/1313
1313/13921392/1450
1450/15351535/1598

Genealogia

Appendice
Castel Gavone
Le originiPrima distruzione
La fineOggi (2005)Santa Caterina
La costruzioneEventi successivi
Conclusioni

Bibliografia

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1313/1392 - Aumentano le tensioni con Genova
Giacomo Del Carretto ebbe tre figli: uno di loro, Antonio, sposò Costanza di Chiaromonte, che raggiunse in Sicilia ove diede vita ad un locale ramo carrettesco che perdurò sino al '700. Giorgio del Carretto governò il feudo con il fratello Enrico in modo indiviso. Come era già avvenuto al padre, i due fratelli dovettero subito affrontare Genova. Si schierarono con i Ghibellini e nel 1321, uniti ad altri potentati, occuparono Noli, l'Isola di Bergeggi ed Albenga, ove sbarcarono alla testa di venti galee finalesi. Il 13 febbraio 1324 stipularono con Savona un accordo che riconosceva ai finalesi la completa esenzione fiscale per quasi tutte le merci importate a Savona; l'importanza del patto consisteva nel fatto che Finale si apriva un mercato non secondario proprio quando i traffici con le altre località rivierasche incontravano notevoli difficoltà per i conflitti in corso. Poco prima del 1340 morì Enrico: il finalese venne retto da un triumvirato che comprendeva Giorgio ed i nipoti Aleramo ed Emanuele. Fortemente avversati da Genova, ove era Doge Simone Boccanegra, avversario giurato dei Del Carretto, i tre marchesi dovettero impegnarsi a non vendere imbarcazioni a nemici della Repubblica: in cambio ottennero comunque una migliore libertà di navigazione e furono esentati dallo scalo obbligato nel porto della Repubblica. La tregua cessò quando il Marchesato attaccò Albenga: nel 1341 la repressione del Boccanegra fu durissima e colpì Giorgio, che venne imprigionato, insieme al porto di Finale (interrato: era la realizzazione di quanto Genova cercava di fare da due secoli) ed al castello di Capo Crena (abbattuto). Il 18 maggio 1345 cadde il Boccanegra ed il nuovo Doge accetto di firmare la pace. Subito dopo i tre marchesi divisero il feudo, mantenendo però in comune la sovranità sulle zone litoranee. Dopo il 1359 nin si hanno più notizie di Giorgio del Carretto: in tale anno la sua vedova, Venezia, fece erigere a Finalborgo la chiesa di Santa Caterina, ove verranno sepolti i membri della  famiglia marchionale (la chiesa venne per questo chiamata "la Superga Del Caretto).
Il successore di Giorgio, Lazzarino I Del Carretto, entrò in conflitto con Genova sin dall'inizio del suo governo. Nel 1365 il Doge fece occupare la zona a mare del Finale e costruire la fortezza genovese di Castelfranco. Seguì un periodo di relativa calma, che si interruppe nel 1378 quando Bernabò Visconti convinse Lazzarino I a dichiarare guerra a Genova, assicurando un contestuale attacco da parte delle sue milizie. Le armate finalesi occuparono Noli, Albenga e Castelfranco, ma i Visconti non mantennero la promessa di aprire un fronte lombardo: il contrattacco in forze di Genova il marchese obbligarono a ritirarsi dalle posizioni conquistate. Nel 1385 Antoniotto Adorno, Doge di Genova, venne chiamato quale arbitro per dirimere una controversia sorta tra numerosi componenti della famiglia marchionale per il possesso del Marchesato: il Doge infeuda i fratelli Lazzarino e Carlo, particolare molto importante per le sorti della Signoria in quanto il Finalese rimase in testa ad un solo ramo della famiglia. Va tuttavia osservato che l'intervento dogale è un'arma a doppio taglio: Genova è portata sempre più a ridurre alla stato di suoi vassalli i Del Carretto. Con un atto del 18 aprile 1390 Lazzarino cercò di attirare a finale nuovi residenti: per costoro venne sancita un'esenzione fiscale decennale e vennero abolite le vecchie restrizioni che limitavano la dimora "in ripa maris". Sempre nel 1390 Carlo rinunciò definitivamente a favore del fratello a quelle parti del Finalese che vennero a lui conferite dall'arbitrato dell'Adorno. Lazzarino morì nel 1392.


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1392/1450 - I rapporti con Milano
Il successivo Marchese fu Lazzarino II Del Carretto, che governò insieme al cugino Giorgino (quest'ultimo in posizione subordinata. Nel 1392 Lazzarino riconquistò Castelfranco: la presa della fortezza fu ufficializzata da Genova con l'investitura dei due cugini. I loro disaccordi li spinsero a separare le loro residenze: Lazzarino rimase a Castel Gavone. Nella campagna militare genovese contro l'Isola d'Elba del 1401 ed in quelle successive Lazzarino andò a combattere per la Superba: nell'agosto 1412 fu gravemente ferito e per prestargli cure più appropriate fu portato a Pietrasanta ove morì.
Gli successe il figlio Galeotto I Del Carretto, ancora minorenne. Per questo motivo la reggenza fu affidata allo zio Nicolò. l'imposizione da parte del reggente di nuove tasse (in particolare quelle da versare in occasione di matrimoni di donne della famiglia Del Carretto o di campagne militari) indusse i Finalesi a ribellarsi: ciò accadeva per la prima volta nella storia del Marchesato e Nicolò fu costretto a fare marcia indietro per evitare un colpo di stato. Divenuto maggiorenne, Galeotto si impegnò per rafforzare i legami con i Visconti di Milano. Diede il suo appoggio alla politica espansionistica di Filippo Maria Visconti armando due galee contro Tommaso Fregoso di Genova (1421). Nel dicembre 1421 Filippo Maria diventò Signore di Genova e affidò per cinque anni a Galeotto l'amministrazione di Pietra Ligure, Giustenice e Toirano. Subito dopo tolse a Giorgino del Carretto la sua terza parte del Marchesato, consolidandolo su Galeotto. Seguì un periodo di tranquillità: durante il conflitto fra Milano e Firenze al marchese fu affidato il compito di "proteggere" Genova. Nel dicembre 1435 terminò la signoria dei Visconti su Genova: tuttavia il Capitano visconteo Nicolò Piccinino (appoggiato in segreto da Milano e da Finale) iniziò a devastare la Riviera Ligure. Nonostante le richieste genovesi, Galeotto restò "neutrale". Nel 1437 il Doge Fregoso attaccò il Marchesato senza evidenti esiti: gli attacchi genovesi cessarono a fine anno. Alla morte di Filippo Maria Visconti (1447) la Superba riprese le ostilità: armato un forte esercito assediò prima Castelfranco, la cui guarnigione che cedette dopo una strenua resistenza ritirandosi in Finalborgo. Galeotto richiese aiuto a  Carlo VII Re di Francia, che inviò un numero esiguo di soldati, insufficiente ad impostare una reazione valida. I genovesi presero il castello di Giustenice, ove nell'aprile 1448 venne fatto prigioniero Giovanni del Carretto, imprigionato poi a Lerici per diciotto mesi; nel contempo sottoposero Finalborgo ad un feroce bombardamento dal promontorio Caprazoppa. La situazione continuò a peggiorare nonostante l'aiuto del Conte di Ventimiglia, genero di Galeotto. L'8 maggio 1449 Genova entrò a Castel Gavone corrompendo alcuni seguaci del Marchese: Galeotto  riuscì a fuggire e riparò presso i Savoia poi in Francia (ove riabbracciò il fratello Giovanni) , senza tuttavia avere risposta alle sue richieste di aiuto militare. Solo Francesco I Duca di Bretagna gli affidò quattordici navi per assalire le imbarcazioni genovesi e francesi dirette in Inghilterra. Nel 1450 un attacco per errore a navi tedesche gli fu fatale e morì.  

 

  

  


 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005