:.
   

 

 
 

  

 
.:.

 Finale Ligure 2004
 Finale Ligure 2005
 Archeologia

 I l Comune di Finale Ligure
 I l Museo di Finale Ligure
 Previsioni meteo

 Collezioni
 Galleria foto
 ANPEComit
 I Cappuccini di Finale Ligure

 Google News
 Corriere della Sera
 La Repubblica
 Il Sole 24 Ore
 La Gazzetta dello Sport

 

La mappa della sezione Marchesato

Verso il II millennio

Cronologia

 Origini della dinastia
1162/12311231/1313
1313/13921392/1450
1450/15351535/1598

Genealogia

Appendice
Castel Gavone
Le originiPrima distruzione
La fineOggi (2005)Santa Caterina
La costruzioneEventi successivi
Conclusioni

Bibliografia

.

L'origine della dinastia Del Carretto
Verso la metà del X secolo Berengario II, Re d'Italia, articolò in Marche il suo territorio: riunendo più Comitati in una circoscrizione le scorrerie e le devastazioni dei pirati saraceni trovavano un ostacolo di entità territoriali e politiche più forti e determinate, tali quantomeno da renderle meno frequenti e massicce pur senza determinarne la cessazione.
Vennero così costituite tre marche:

  • la Marca Arduinica, che comprendeva i territori da Torino a Ventimiglia ed Albenga;

  • la Marca Obertenga, che univa Tortona a Genova;

  • la Marca Aleramica, che collegava il Moneferrato  a Savona, Vado e Finale.

Come abbiamo riferito la nuova struttura territoriale si dimostrò efficace nell'opporsi alle incursioni arabe e fu quindi confermata  dall'Imperatore Ottone I.
Il capostipite della Marca Aleramica, che interesserà particolarmente  il Finalese, fu Aleramo I, Marchese di Liguria e Piemonte (954/991). L'origine del Marchesato deriva dalle modalità con cui gli Aleramici erano soliti trasmettere titolo e possedimenti ai propri successori: anzichè riservare la totalità dei propri beni al solo primogenito (come avveniva normalmente nelle altre circoscrizioni feudali europee) gli Aleramici governavano in comune o dividevano il tutto tra i figli. Questo sistema è stato indicato come motivo di debolezza in quanto la frammentazione in diversi Marchesati  contraddiceva le motivazioni che avevano portato Berengario II a creare Marche ben dimensionate e dotate di potenza politica e territoriale. Va tuttavia osservato che le spartizioni aleramiche tendevano a suddividere il territorio in zone omogenee e difendibili, nelle quali il potere marchionale veniva esercitato con forte incisività in quanto la maggior conoscenza delle proprie zone e delle popolazioni in esse stanziate permetteva interventi diretti più immediati e mirati, per questo caratterizzati da maggiori probabilità di successo, da parte dei titolari se costoro erano abbastanza coesi da trovare un tempestivo accordo sulle iniziative da intraprendere (va riferito che questo non sempre avvenne: la storia narra frequenti casi di dissapori all'interno dei reggenti).
Bonifacio Del Vasto, Marchese della Liguria Occidentale (1060/1135 ca.), può essere quasi considerato il capostipite della famiglia del Carretto. Il 5 ottobre 1125 lasciò a sette dei suoi figli maschi (l'ottavo, Bonifacio, venne diseredato per un'alleanza contraria agli interessi della famiglia) tutto il suo patrimonio, proibendone nel contempo la frammentazione.I figli rimasero fedeli alla volontà paterna per una dozzina d'anni: tuttavia nel 1145 divisero la Marca di Savona in sette Marchesati. Ad Enrico I detto il "Wert" (il "Valoroso) o il "Guercio" (1115/1184), il vero capostipite della dinastia Del Carretto toccarono,  i beni  ed i diritti del Comitato di Savona (oltre al capoluogo citiamo Noli, Roccaverano, Quiliano, Finale Albenga, oltre a castelli e ville della Valbormida e territori a ridosso delle Langhe): nel 1162 Federico I Barbarossa - alla cui corte era stato presente e si era distinto - lo investì ufficialmente della Marca di Savona. Nonostante l'investitura imperiale, incontrò serie difficoltà ad imporsi su Savona (che già nel secolo precedente aveva ottenuto una certa autonomia, culminata nel XII secolo in un completo svincolo dai poteri feudali) e Noli (per la quale valgono le stesse considerazioni).
Il figlio Enrico II - il primo a fregiarsi del titolo di Marchese Del Carretto preferì quindi consolidare la sua sfera di influenza in un'area strategica che poteva controllare agevolmente, dove era proprietario di un notevole patrimonio e  non esisteva una forza locale tale da potersi opporre alla sua egemonia.
La zona che meglio rispondeva a queste esigenze era quella del Finalese, in quanto:

  • era caratterizzato da una pluralità di insediamenti, quasi tutti rurali;


  • il suo assetto si basava sulle difese assicurate dai tre castelli esistenti (Perti, Orco, Pia);

  • controllava le strade ed i traffici commerciali delle merci che dal mare arrivavano in Piemonte attraverso la Val Bormida;


  • non esisteva un centro urbano forte e capace di catalizzare la popolazione e di affrancarsi dai vincoli feudali in quanto il territorio era suddiviso in frazioni rurali;


  • nonostante l'organizzazione del territorio in in "compagne" o "compagnie", queste non erano coordinate in un organismo comune e non si opposero, anzi vennero inserite nella struttura amministrativa centrale;

  • l'economia locale era comunque fiorente per i commerci marittimi che la caratterizzavano: sembra che nel XII  secolo esistesse alla foce del Pora un attrezzato cantiere navale mentre era di buona importanza per i traffici marittimi il porto di Varigotti, oggetto delle gelosie di Genova.


Nel XII secolo nasceva a Finale il Marchesato del Carretto, che - ghibellino per origine - nei secoli successivi costituirà una vera e propria spina nel fianco per la guelfa Genova, desiderosa di instaurare la propria egemonia su tutto il litorale della Riviera di Ponente: il Marchesato sarà sostanzialmente una delle poche entità territoriali liguri capaci di tenerle testa grazie alle abilità militari (nonostante disponesse di una forza di terra e di mare ben inferiore per numero e mezzi a quella genovese) commerciali e diplomatiche (è nota l'abilità di Enrico I e dei suoi successori, legatissimi all'Impero, nell'intessere alleanze e dirimere controversie con le potenze europee) dei Marchesi Del Carretto.
Dopo pochi anni (1188) verrà costruito e fortificato Finalborgo, che che non sarà più una diramazione di "vici" preesistenti (soprattutto quello di Perti Alta) ma diventerà la prima e unica capitale del feudo (Millesimo - centro strategico molto importante per il controllo delle vie di comunicazione con il Piemonte - sarà sempre considerata la capitale secondaria dei territori montani del Marchesato). Contestualmente sorgeranno sullo sperone roccioso del Becchignolo le prime fortificazioni di quella che diventerà la possente fortezza di Castel Gavone, nella quale i Signori del Finalese eleggeranno la propria residenza.

 

.
 
  Copyright by Alfredo45 Gennaio 2005